Cura della terra, riciclo e lezioni all'aria aperta: a Palombaio c'è "l'asilo nel bosco"
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lunedì 23 aprile 2018
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di Luca Carofiglio
L'idea, messa in pratica per la prima volta negli anni 50 in Danimarca, è sbarcata in Italia nel 2014 esordendo a Ostia. Da allora sono sorti circa quaranta luoghi del genere in tutta la Penisola, di cui due in Puglia: uno a Otranto e l'altro per l'appunto a Palombaio, sulla Murgia occidentale. Entrambi sono gestiti da un'associazione già dedita alla permacoltura: la "Naumanni", che si avvale dell'opera delle educatrici Palma e Federica.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«La nostra è una realtà associativa che punta alla realizzazione di una comunità educante offrendo servizi ai nostri associati - spiega il 38enne responsabile Angelo Marinelli -. Preferiamo quindi chiamare il progetto "laboratorio rurale" e non asilo: siamo uno spazio all'aperto dove i fanciulli trascorrono del tempo in un ambiente "stimolante". É prendendo confidenza con questo insolito contesto che decidono come e cosa vogliono imparare, senza dunque dover seguire per forza direttive ministeriali imposte dall'alto. Noi sorvegliamo solamente il loro progressivo adattamento».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Insomma si cerca di preservare il più possibile la libertà degli "alunni": l'unica regola ferrea è il divieto di produrre qualsiasi tipo di rifiuto. Per il resto gli orari sono simili a quelli di un normale istituto dell'infanzia, con apertura alle 8.30 e chiusura alle 14.30, mentre il contributo dei genitori è commisurato alle spese sostenute di volta in volta dagli organizzatori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Siamo quindi andati a visitare l'area verde (vedi foto galleria).Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Si trova al civico 134 di corso Vittorio Emanuele, dove all'ingresso campeggia un simpatico cartello in legno che recita: "In questo piccolo pezzo di mondo è naturale salire sugli alberi, vivere le emozioni, crederci e riuscirci. Curare la terra, sporcarsi, piantare alberi, andare nelle pozzanghere".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un vialetto circondato da piante di diversa altezza porta nell'asilo, costituito dall'"aula" all'aperto e un casolare dove potersi riparare in caso di maltempo. In un angolo Angelo ha preso con sè due bambini: la sua "lezione" consiste nell'insegnare a mischiare humus e terreno, ottenendo un composto che verrà travasato in vasetti assieme a dei semini da piantare.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«L'humus è prodotto dai lombrichi in appositi recipienti - spiega Marinelli -. I piccoli dopo la merenda a base di frutta gettano le bucce in questi contenitori, fornendo quindi nutrimento per gli animaletti. Da una parte così si alimentano in modo sano, non con focacce e merendine preconfezionate, dall'altra capiscono l'importanza di non produrre immondizia: il terreno che stiamo mescolando regalerà dei pomodori che loro stessi assaggeranno».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Esploriamo un attimo il podere, il cui "arredamento" è formato da oggetti riciclati. C'è una casetta costruita con bancali in legno colorati e un tetto da cui pende uno pneumatico riutilizzato come altalena. Notiamo anche due travi lignee accatastate, usate a mo' di catapulta. Balza all'occhio poi un eleagnus, pianta arbustiva sempreverde, che con la sua forma avvolgente costituisce un piccolo rifugio talvolta utilizzato come libreria.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Mentre parliamo con Angelo avvistiamo la piccola Sara, che con un guizzo felino sale su un albero davanti allo sguardo sopreso dell'amichetta Chiara, mentre Michael e Giuseppe giocano assieme a Palma con grossi mucchi di paglia. «Sono molto svegli - prosegue il responsabile -. Una volta hanno suggerito di trasformare una matassa di tubi per l'irrigazione in una piscina: è stato un successo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ma quali sono le basi di questa singolare "scuola"? «Ci rifacciamo innanzitutto al "Montessori" - risponde il 38enne - cioè quel metodo di insegnamento che concede una larga autonomia allo studente e opta per un sapere più "pratico". Per esempio, quando uno degli iscritti è arrabbiato, ci disponiamo in cerchio e cerchiamo di calmarlo, incalanando la sua collera in qualcosa di creativo. Poi facciamo affidamento sull' “educazione accidentale” - incalza Angelo -: la lezione cioè non si svolge secondo uno schema preimpostato, ma si adatta a frasi dette o eventi che accadono durante l'apprendimento. Proprio qualche giorno fa un bambino mi ha chiesto insistentemente come mai le piante non parlassero. A quel punto ho bloccato tutte le attività e condotto i piccoli nel nostro orto di timo serpillo: ciascuno di loro in religioso silenzio si è inginocchiato per coglierne appieno il profumo, capendo così che la natura può "comunicare" anche attraverso l'olfatto».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entriamo nel casolare, dove osserviamo un armadio realizzato con delle cassette della frutta che contiene zainetti, impermeabili e stivali da indossare in caso di pioggia. Su un muro sono appesi diversi disegni, realizzati dai fanciulli con degli acquerelli su fogli di carta riciclata.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Gradualmente Angelo viene accerchiato dalla sua "scolaresca", consapevole che l'ora della merenda si sta avvicinando. Perché si sa, il movimento e il contatto con la natura stimolano curiosità e sete di conoscenza, ma anche e soprattutto la fame.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Gennaro Gargiulo)
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Scritto da
Luca Carofiglio
Luca Carofiglio